FRANCIACORTA

Un incontro straordinario di elementi e di eventi casuali
che nello scorrere incessante dei secoli ha creato
la perfetta combinazione per la culla dell’eccellenza.
Il territorio della Franciacorta si estende per un’area di circa 200 chilometri quadrati e comprende 19 comuni della provincia di Brescia, appoggiata al Lago d’Iseo abbraccia la Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino, dove l’Airone rosso torna e ritorna per nidificare tra un volo migratorio e l’altro. Un territorio con una straordinaria ricchezza di minerali, di origine morenica, formatasi grazie allo scioglimento dei ghiacciai oltre 10.000 anni fa.
Uno studio del catasto napoleonico del 1809 certifica l’esistenza di quasi 1000 ettari di terreno coltivati a vite per la produzione di vino sicuramente destinato alla vendita. Ancora più antico è datato il “Libellus de vino mordaci” del 1570 dove il medico bresciano Girolamo Conforti descrisse i vini con le bollicine di queste zone.

il tempo

La produzione del Franciacorta ha uno strettissimo legame con il tempo. Ogni attività umana che venga svolta orientata all’eccellenza richiede il giusto tempo, nella produzione del Franciacorta il tempo è un ingrediente fondamentale.

Questo spiega perché il disciplinare Franciacorta da cui nasce il metodo, ponga una così rigida attenzione al tempo. Un Franciacorta brut deve aver rifermentato in bottiglia almeno per 18 mesi per poter essere considerato tale, occorrono 24 mesi per ottenere un Franciacorta Rosé ed un Franciacorta Satèn, e fino a 30 mesi per un Franciacorta Millesimato, un Franciacorta Rosé Millesimato ed un Franciacorta Satèn Millesimato.

Per realizzare i Franciacorta Riserva si deve attendere almeno fino a 60 mesi, come per un Franciacorta Rosé Riserva ed un Franciacorta Satèn Riserva.

A noi piace pensare, che il nostro Franciacorta sia un viaggiatore, proprio come il nostro Airone Rosso, e più lungo sarà il suo viaggio attraverso lo scorrere dei mesi, maggiore sarà il bagaglio che si porterà con se. Stappare una bottiglia di Franciacorta è ricevere un dono incomparabile, un dono dato da un lungo viaggio nel tempo.

il metodo

Scopriamo insieme il disciplinare Franciacorta, le regole e le fasi di lavorazione che
garantiscono la qualità di ogni singola bottiglia.

Il Franciacorta può essere prodotto da uve Chardonnay e Pinot Nero, è consentito l’uso di uve Pinot Bianco al massimo per un 50% e di uve Erbamat al massimo per il 10%.

Tutto il metodo sembra seguire un’antica regola non scritta: “la qualità necessita di rispetto per le materie prime e del giusto tempo per la loro maturazione”.

Ed è proprio seguendo questo antico adagio che il disciplinare Franciacorta stabilisce precisamente tempi e lavorazioni dall’inizio alla fine del processo di produzione. E’ obbligatoria la raccolta a mano delle uve, che devono essere riposte in cassette o cassoni di diversa capacità, comunque non superiore a 0,2 t, e con il vincolo dell’altezza della massa che non deve superare i 40 cm.

I grappoli interi vengono spremuti, dolcemente, con rispetto, ed il mosto fiore viene fatto fermentare una prima volta per poi andare a creare le Cuvée, unendo le differenti varietà, vigneti e annate.

Il disciplinare Franciacorta prevede due fermentazioni: la prima appena descritta e la seconda che avviene in bottiglia.

Per poter avviare la seconda fermentazione in bottiglia il franciacorta viene imbottigliato aggiungendo zuccheri e lieviti, questa fase è chiamata “tiraggio” e prevede la chiusura delle bottiglie con dei semplici tappi in metallo.

Una volta che la bottiglia è stata chiusa il tempo svolgerà il suo paziente lavoro permettendo ai lieviti di fermentare gli zuccheri e creare così le amate bollicine del perlage. Il disciplinare del Franciacorta indica quanto lasciar riposare le bottiglie: almeno 18 mesi.

Esistono gesti dell’uomo che negli anni hanno saputo diventare iconici, il gesto della mano che ruota le bottiglie allineate nelle pupitres è uno di questi.

All’avvicinarsi dello scadere del tempo necessario al riposo delle bottiglie, che può variare in base alla tipologia di Franciacorta che si vuole ottenere, si procede con l’attività probabilmente più affascinante: il remuage.

Le bottiglie vengono fatte inclinare gradualmente da una posizione orizzontale ad una posizione verticale e contemporaneamente vengono ruotate di un ottavo di giro al giorno. Sebbene questa “manovra” sia nella gran parte dei casi automatizzata, non è poi così raro l’uso delle caratteristiche pupitres, dove il remuage viene compiuto a mano.

Con brillante ingegno ed un tocco di sapiente manualità i gesti di questa rotazione combinata con la graduale inclinazione della bottiglia fanno sedimentare e concentrare i lieviti ormai lisi nel collo della bottiglia, o più precisamente in una canula, detta bidulle, posta sotto al tappo metallico.

Un momento magico per chi produce Franciacorta è la sboccatura, l’ultimo atto del metodo Franciacorta. Al termine del remuage, quando le bottiglie sono ormai in posizione completamente verticale, vengono immerse in un liquido refrigerante per una piccola porzione del collo, il freddo improvviso intrappolerà con il ghiaccio questa porzione di liquido contenente le fecce dei lieviti raccolti nella bidulle.

Il tappo in metallo viene stappato e grazie alla pressione interna della bottiglia viene espulso il liquido ghiacciato che ha intrappolato il deposito causato dal lievito. Il liquido perso con la sboccatura viene reintegrato con la liquer d’expedition, uno sciroppo dalla ricetta segreta che andrà a marcare la firma della cantina sul proprio Franciacorta.

Il disciplinare Franciacorta stabilisce che una quantità di zucchero aggiunto fino a 3 g/l può essere indicato come Dosage Zèro da 3 a 6 g/l avremo un Extra Brut, fino a 12 g/l un Brut, tra 12 e 17 g/l un Extra Dry, tra 17 e 32 g/l un Dry ed infine tra 32 e 50 g/l un Demi-Sec. Le bottiglie una volta chiuse con il tappo di sughero e la gabbietta vengono scosse e girate per miscelare il liquido e quindi fatte riposare ancora per cinque sei mesi prima di poter essere stappate e degustate.

METODO & TERRITORIO

un’esperienza sensoriale unica

Stappare una bottiglia di Centinari Franciacorta è vivere l’esperienza emozionale e sensoriale racchiusa nella sua essenza, è partecipare ad uno stile di vita italiano, riconosciuto in tutto il mondo.